Viaggio posturale tra corpo e spazio


L'uomo in stazione eretta è un compromesso tra verticalizzazione e il bisogno di nascondere i suoi problemi di ogni ordine.
Il corpo umano è un meccanismo talmente sofisticato e affidabile che può essere concepito solo partendo dai principi meccanici semplici e ingegnosi.
(Léopold Busquet, Le catene muscolari vol. I, II, Marrapese, Roma)

Per postura si intende la posizione del corpo nello spazio e la relativa relazione tra i suoi segmenti corporei, è l'adattamento personalizzato di ogni individuo all'ambiente fisico, psichico ed emozionale, la posizione assunta dai segmenti corporei e dalle articolazioni sia in una situazione statica, sia dinamica.
Detto cosi, sembrerebbe che qualsiasi posizione assunta dal nostro corpo può essere definita postura. In effetti è assolutamente vero, ma proviamo a stabilire il "perché" alcune posture sono in "disarmonia" con il sistema corpo.
Il corpo umano è regolato da leggi ben precise, mutuate dagli elementi della fisica, della meccanica e chimica. Leggi alle quali il nostro corpo non si sottrae, anzi ne è perfettamente regolato.
Ogni nostro gesto, come percepire, osservare, reagire, comporta l’intervento coordinato di un sistema neuro-muscolare, che grazie a contrazioni concentriche, eccentriche o statiche ci permettono di contrastare la forza di gravità. A tal proposito il corpo risponde a questa serie di necessità relazionali e di sopravvivenza, attraverso una organizzazione, quella delle catene muscolari.
Le catene muscolari rappresentano i circuiti in continuità, di direzione e di piano attraverso i quali si propagano le forze organizzatrici del corpo. Quindi i muscoli non devono essere considerati come entità isolate nel nostro corpo, ma legate e organizzate ad altri muscoli in maniera inseparabile.
Il corpo umano utilizza tutte le sue componenti per ottimizzare un gesto, un movimento o esprimere un emozione.
Per assicurarsi queste finalità di movimento, il corpo deve assicurasi una fonte di energia e gestirne la riserva in modo parsimonioso. Il corpo è una funzione di se stesso, il corpo è autopoietico.

Il termine autopoiesi è stato coniato nel 1972 da Humberto Maturana a partire dalla parola greca auto, ovvero se stesso, e poiesis, ovverosia creazione. In pratica un sistema autopoietico è un sistema continuamente sé stesso ed al proprio interno si sostiene e si riproduce. Un sistema autopoietico può quindi essere rappresentato come una rete di processi di creazione, trasformazione e distruzione di componenti che, interagendo fra loro, sostengono e rigenerano in continuazione lo stesso sistema.

Alla luce di quanto sopra, possiamo affermare che un corpo si definisce perturbato “nella sua postura” , anche se uno dei suoi sistemi non è equilibrio.
Ma l’equilibrio perfetto non esiste, e se cosi fosse si instaurerebbe l’immobilità, ovvero la morte.
In termini pratici, l'equilibrio è di primaria importanza in ogni sua dimensione: parietale, viscerale, osmotica, emodinamica, ormonale, neurologica e le soluzione adottate dal nostro corpo devono essere economiche.
Da qui si evince che il corpo è regolato da:
· equilibrio,
· economia,
· confort (assenza di dolore)
Ma nel mantenimento dell'equilibrio e dell'economia, il corpo, si organizza per essere in assenza di dolore, confort, si auto-organizza per ristabilire schemi e/o compensi.
Per poter vivere in modo confortevole il soggetto inventa schemi di compenso che metteranno in evidenza la relazione tra “contenente-contenuto”. Relazione che esiste tra il contenente fisico e il contenuto viscerale, tra il contenente fisico ed il contenuto psicologico.
In atto si avranno modificazioni strutturali sul piano fisico, viscerale, psicologico atte a compensare, mettere in ri-equilibrio il sistema corpo.
“Cerco di stare in equilibrio nel mio ambiente per elevare il mio corpo, la mia personalità”.
Questa egemonia di equilibrio può essere occultata ad alcuni livelli fisici o mentali per rispettare la legge del non dolore la legge del confort. “ A questo livello accetto di compensare, anche se rimetto in dubbio l’armonia del mio equilibrio” .
(Léopold Busquet, Le catene muscolari vol. II, Marrapese, Roma)

Chi è il posturologo?


Ovvero colui che studia il sistema corpo nei suoi equilibri e disequilibri.
Tutti possono occuparsi di postura? Il dentista, l'oculista, l'otorinolaringoiatra, l'ortopedico, il gastroenterologo, lo psicologo, l'osteopata, il fisioterapista, il fitness trainer, la mamma.
Alla luce di quanto accennato, credo di aver creato più confusione che altro. In effetti è proprio cosi.

Non esiste il "posturologo", in quanto tale, ma bensì è più opportuno parlare di un equipe, figure professionali e sanitarie che, specializzate nel loro settore, possano coordinarsi per realizzare una sinergica forza atta ad identificare la base del problema che ha portato quel cambiamento alla postura, quella perturbazione che potrebbe essere in grado di determinare scompensi ed adattamenti molto gravi per la salute.
... le forme adottate dalle retrazioni muscolari sono strettamente personali. Possono dipendere dal nostro patrimonio genetico, dalla nostra attività fisica, professionale e sportiva, da traumi, ecc..
Una postura può essere perturbata da una cattiva occlusione temporomandibolare o da un problema all'orecchio interno, o ancora ad un difetto visivo, ma l'elenco di cause non finisce qui, un piede piatto dei problemi alla lingua o ancora cicatrici tatuaggi e piercing, possono causare delle problematiche posturali.
Si sta incominciando ad affrontare la "postura" come il rapporto tra "contenete e contenuto". Possiamo notare come il nostro corpo, nella sua organizzazione è suddiviso in unità, "unita funzionali" alcune deputate alla protezione, altre dedicate al movimento.

  • unità funzionale cefalica = testa e collo
  • unità funzionale del tronco = torace e addome
  • unità funzionale per ogni arto = arto superiore, inferiore e mandibola
Queste unità dispongono della facoltà dell'autogestione per risolvere i loro problemi, ma sono in relazione e in cooperazione tra loro.
Ogni unità può essere considerata come delle sfere che sono in equilibrio tra loro e costituiscono la parte "rigida" del nostri corpo, mentre i loro punti di rapporto costituiscono la parte "mobile" del nostro corpo, quella deputata al movimento.

Partendo da queste “unita funzionali”, introduciamo il concetto che il pieno è la scatola che racchiude gli organi e porta protezione a questi.
Le ossa rispondono alla funzione della statica e di protezione, mentre i muscoli sono deputati al movimento. Un muscolo non è fatto per lavorare in modo continuo e costante.
Nella posizione/postura eretta del corpo, e in particolare i muscoli, sono sollecitati ad un lavoro continuo, questa sollecitazione può presentare dei dolori cronici vertebrali, una notevole spossatezza ed un atrofia muscolare a medi termine.
A livello cefalico la linea di gravità passa attraverso il foro occipitale, distribuendo il peso con i 2/3 in avanti e 1/3 in dietro. Da qui lo “squilibrio” anteriore dell’uomo
A livello Plantare, al linea di gravità davanti al collo del piede ed anche qui si ritrova una risultante di squilibrio” anteriore.
Cosa avverrebbe se invece avessi un equilibrio perfetto?
Il mio corpo sarebbe talmente instabile che potrei cadere da tutte le parti ed i centri dell’equilibrio sarebbero troppo sollecitati, quindi non sarebbe una soluzione “economica”.
È più sicuro uno squilibrio in avanti in quanto è gestito dagli occhi e i piedi si dirigono in avanti.
Ma sono i muscoli a tenerci in piedi?.. NO!!!
Sono i tessuti connettivi, cioè guaine, tendini, legamenti, capsule, tessuti, aponeurosi.. ecc.
La Catena Statica Posteriore formata da:
· Legamento cervicale posteriore
· L’aponeurosi dorsale
· L’aponeurosi lombare e del quadrato dei lombi
· I legamenti vertebrali
· Segue nel ginocchio, caviglia e volta plantare
La catena della statica rappresenta la struttura connettiva più importante del piano posteriore ed ha quindi un ruolo decisivo sul piano della stazione eretta. È importante intravedere come il corpo per potersi muovere abbia di bisogno di una struttura “pneumatica” , capace di dare sostegno al busto e nel contempo permettere il movimento.
Questa funzione è svolta dal diaframma.
Di diaframmi ne abbiamo tre in medicina osteopatica: il tentorio del cervelletto (un lembo di dura madre che separa il cervelletto dai lobi occipitali del cervello), il diaframma toracico e il diaframma pelvico (il cosiddetto pavimento pelvico).
Curiamoci solo del diaframma toracico.
Andrew Taylor Still, padre dell’osteopatia e grande conoscitore dell’anatomia umana, descrivendo il diaframma toracico disse: "Per mezzo mio vivete e per mezzo mio morite. Nelle mani ho potere di vita e morte, imparate a conoscermi e siate sereni".
Sicuramente la frase di Still è di assoluto effetto e lascia presagire ed intendere parecchi concetti. Il diaframma è una parte fondamentale del nostro organismo e, se si presenta libero da restrizione, permette al corpo stesso di essere in buona salute.

Occorre sapere che questo muscolo si sviluppa in fase embrionale e che la cupola diaframmatica si forma dalla migrazione di strutture che partono dal tratto cervicale (C3-C5).
Questo stretto rapporto tra tratto cervicale e diaframma fa intuire come un dolore cervicale possa essere causato dal diaframma bloccato (e viceversa). Il diaframma assume particolare importanza per i rapporti che contrae con importanti strutture del sistema neurovegetativo. Assieme all’esofago, infatti, passano di qui anche i nervi vaghi: il nervo vago sinistro è anteriore all’esofago e il destro è posteriore.
Queste due componenti nervose fanno parte del sistema di regolazione di tutta la vita vegetativa e quindi l’irritazione di uno dei due può creare dei disturbi riflessi. Le relazioni pressorie tra torace e addome sono quindi fondamentali per una corretta fisiologia. Se tali pressioni vengono ad essere alterate anche il meccanismo respiratorio si altera: in soggetti con una flaccidità addominale il meccanismo respiratorio viene ad essere "basso", diverso da soggetti con una ipertonia addominale in cui si ha respirazione alta, apicale.

Altra grande importanza la riveste dal punto di vista posturale: si osserva infatti abbastanza spesso un’iperestensione del tratto lombare alto in soggetti con una respirazione di tipo alto: in presenza di un diaframma che tende a rimanere in una posizione relativamente alta (in espirazione) le
trazioni continue verso l’anteriorità trasmesse dai pilastri sugli attacchi lombari possono creare di conseguenza delle accentuazioni della curva lombare nella porzione alta.
Viceversa persone con diaframma basso (in inspirazione), per esempio in soggetti con una grossa ptosi addominale, si osserva una perdita delle curve fisiologiche associate ad una accentuazione della lordosi lombare bassa.
(Luca Franzon, osteopata)
Il corpo comprende tre sfere
· La testa
· Il torace
· Il bacino
Queste tre scatole proteggono e sono dotate di diaframma, e sono influenzate da quest’ultimo. Infatti il loro ritmo perché permette il sincronismo, ma anche l’indipendenza , cioè sono in grado di dare movimento e reagire agli sforzi.





Unità funzionale del tronco

Le catene muscolari



La flessione e l’estensione del tronco dipendono da catene rette ed in particolar modo dalla catena di flessione (CDF) e la catena di estensione (CDE).

(seguira un prossimo post)


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